Stemma di Capua

Personaggio di Capua

Alfonso il lustrascarpe

 

alfonso il lustrascarpe

Un’altra figura caratteristica del dopoguerra e’ senz’altro Alfonso De Martino ,detto “o pulizzascarpe,il quale nacque a Resina il 26 Gennaio 1902 e durante la sua permanenza a Capua,dimorò nella caserma Mezzacapo,date le sue modeste condizioni finanziarie.Coniugato due volte e rimasto vedovo,si unì con un’anziana donna che svolgeva il mestiere più antico del mondo,nella zona classica per le passeggiatrici:”ncoppe e mure”,cioè lungo Via Gran Maestrato di S.Lazzaro,strada malfamata,allora,perché battuta da prostitute e da gay.La presenza dei militari della Caserma Fieramosca alimentava il fenomeno della prostituzione,finchè,con la Legge Merlin,chiusi i prostiboli,non si ridusse ai minimi termini.Alfonso 2° pulizzascarpe era rivale dichiarato di Ciccio Capuchiatta,per ovvi motivi di concorrenza in quanto ambedue “lustrascarpe”.Era l’epoca della grande rivalità tra i due campioni di ciclismo,Coppi e Bartali.Quella dei nostri due caratteristi era paragonabile alla rivalità dei due campioni,fatte le debite proporzioni.La piazza si divideva in due fazioni: i pro Ciccio e i pro Alfonso.Anche se l’immagine di Alfonso s’è un po’ rarefatta nel tempo,comunque quanti ne hanno conservato la memoria lo ricordano come una persona magra,dinoccolata,affetta da forte miopia che consentiva facilmente agli scugnizzi di beffeggiarlo e di rivorgergli brutti gesti.Lo spettacolo era assicurato quando tra Ciccio e Alfonso scoccava la scintilla,accesa a bellaposta da qualche astante.Piovevano oggetti da tutte le direzioni ivi compresi i barattoli della cromatina,ma era sempre Alfonso a soccombere,per via della sua cecità.Se ne giocavano i capuani, di numeri a lotto su Alfonso e Ciccio.Sarà vero o credulità popolare,certo è che più di una volta nei tardi anni cinquanta,Alfonso fu dato per morto e portato al cimitero.Durante la notte si riprese dallo stato di catalessi in cui era piombato e,quando all’alba il cimitero riaprì,il custode se ne scappò a gambe levate.Si sarebbe trattato solo di morte apparente,dunque,perché Alfonso andava soggetto anche a frequenti crisi epilettiche.Patetica resta nella nostra memoria l’immagine di Alfonso e della sua compagna,nell’atto di chiedere qualche spicciolo ai passanti,sul sagrato della Chiesa di S.Eligio.Poi un bel giorno,il 20 Marzo del 1961,la coppia prese la strada di Roma ed anche qui,nei pressi della stazione ferroviaria,continuò la sua vita errabonda di mendicanti,finchè non se ne seppe più niente.Ammantata di mistero,la figura di Alfonso svanì nel nulla,avvolta in un aura leggendaria da cavaliere dell’Apocalisse:cavaliere povero,ma innamorato della sua Genoveffa,a lui fedele fino alla fine.

N.B.Questo scritto e' stato tratto da Block Notes con firma di Franco Fierro

Home page