Sapevate che agli inizi dell'Ottocento,alle spalle della chiesa della Santella,la' dove si suppone che,ai tempi dell'antica Casilinum,partisse il primo ponte sul Volturno,sorgeva un alberghetto dal nome pretenzioso di "Posillipo",gestito da un "onesto militare"?No,io non lo sapevo prima di leggere sul "Poliorama Pittoresco",una vecchia rivista del 1836,questa pagina di Cesare Malpica,che mi piace proporre qui' all'attenzione dei lettori di "Cronache capuane",sperando cosi'di far loro cosa gradita.Capuano,per essere nato nella nostra citta' il 2 Aprile 1801 dal nobile calabrese Ignazio,ufficiale dei Cacciatori Campani,e dalla capuana Maria Antonia Turino,Cesare Malpica,che frequento' il liceo a Salerno per poi seguire gli studi di giurisprudenza a Napoli col Lauria,fu' l'esponente piu' rappresentativo di quel romanticismo estremista che si andava sviluppando a Napoli nei primi decenni del secolo e che si abbeverava alle piu' disparate fonti degli scrittori e dei poeti piu' "a la page",quale Hugo,Chateaubriand,Lamartine,Byron,Schiller,Hoffman ed il nostro Leopardi,solo per citare quelli piu' imitati.Un romanticismo deteriore,niente affatto originale,che accoglieva nel suo repertorio il patetico e il sentimentale,il tetro e il mostruoso,lo straordinario e l'esagerato,e che riusciva ad esprimere l'irrequieteza sociale del tempo soltanto attraverso immagini stereotipate,non meno convenzionali di quelle usate dai classicisti,anche se piu' temperate dall'esperienza della tradizione.Fecondissimo scrittore di prosa e di poesia,fu' uomo di ingegno ma di superficiale cultura.Cesare Malpica moriva a Napoli il 12 Dicembre 1848,lasciando la moglie Annunziata Cottin di agiata famiglia francese,e cinque figlie.L'albergo dell'onesto militare ben merita il nome di Posillipo ad esso imposto dal suo possessore che bene adatto mi sembra a ristoranti dalle cure della vita.Su certi antichi rottami posti a fianco alla chiesa della Santella,ove ai tempi dell'antico Casilino s'innalzava un ponte,di cui qualche avanzo ancora si vede al di sotto della via ch'Eboli s'appella,penso' l'operoso edificarsi un palazzotto.

UNA LOCANDA SUL VOLTURNO
N.B.Testo e foto da una ricerca fatta al Museo Campano
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