Ferdinando Palasciano nacque a Capua il
13 giugno 1815. A 22 anni era già laureato in Lettere, Filosofia e
Veterinaria.
Era l'epoca delle grandi tappe della medicina e Palasciano, entusiasta
dei continui progressi di questa scienza, s'iscrisse all'Ateneo di
Messina, conseguendo, nel 1840, la laurea in Medicina e Chirurgia.
Dopo la laurea entrò, con il grado di alfiere medico ed assegnato
all'Ospedale Militare, nell'esercito borbonico.
Nel 1848 l'intera Europa è percorsa da un sussulto rivoluzionario e,
quasi ovunque, i popoli si ribellano alla tirannia dell'assolutismo.
Anche la Sicilia è terra di tumulti, ribellioni e sommosse. Messina si
unisce a Palermo nell'insurrezione contro il dominio dei Borboni ma,
nonostante la coraggiosa resistenza ai bombardamenti della flotta
borbonica, il 7 settembre capitola ed il generale borbonico Filangeri,
s'impossessa della città. Il Filangeri, per infierire sui ribelli
vinti, diete ordine ai medici militari di non curare il nessun modo i
nemici feriti in combattimento.
Ferdinando Palasciano, però, si rifiutò di obbedire e chiamato dal
Generale a rapporto, replicò in questo modo: “I feriti, a qualsiasi
esercito appartengano, sono per me sacri e non possono essere
considerati come nemici.”. Per tale risposta fu accusato di
insubordinazione con il rischio di essere passato alle armi. Solo
grazie ai buoni rapporti che intratteneva con Re Ferdinando di Bordone
ebbe salva la vita. Fu condannato ad un anno di carcere che scontò a
Reggio Calabria.
A Reggio, anche se prigioniero, Ferdinando Palasciano viene incaricato
di soccorrere i feriti dell'esercito napoletano, che le navi
trasportano da Messina. Palasciano fu in prima fila nel 1860 a Capua,
durante la battaglia del Volturno.
Nel 1861, con l’unificazione dell'Italia e la fine del dominio
borbonico, il Palasciano può rimettersi in azione per far riconoscere
il suo principio di “neutralità dei feriti in guerra”. A Napoli, il 28
gennaio 1861 il Palasciano pronuncia un discorso rimasto celebre nel
quale asseriva: “…bisognerebbe che le potenze belligeranti, nella
dichiarazione di guerra riconoscessero reciprocamente il principio
della neutralità dei combattenti feriti o gravemente infermi, e che
adottassero rispettivamente quello dell'aumento illimitato del
personale sanitario durante tutto il tempo della guerra.”.
La Convenzione di Ginevra, definitivamente approvata il 22 agosto 1864
cioè tre anni dopo, fece pienamente suoi questi memorabili principi
umanitari. Il Palasciano vede finalmente mettere in pratica quei
pensieri che quattordici anni prima gli avevano messo in pericolo la
vita. Ma ciò non basta ancora a tranquillizzare la sua coscienza. Nel
giugno del 1870, quando egli denuncia ancora con grande energia tutti
gli “episodi di crudeltà” verificatisi tra gli eserciti combattenti
durante il conflitto franco-prussiano. Per tale denuncia fu deferito
al Tribunale di Guerra e per il medico capuano fu richiesta,
l'immediata fucilazione. Ferdinando II, che aveva intuito la
grandiosità di Palasciano, lo graziò e pare che, in quella occasione,
avesse esclamato, alludendo anche alla bassa statura del medico: “che
male po’ ffà, è accussì piccerillo.”
Nel 1859, durante la battaglia di Solferino, il Sig. Dunant, svizzero,
presente in quei luoghi come semplice spettatore, venne a conoscenza,
tramite il dott. Appia, delle innovazioni propugnate dal Palasciano:
rimase affascinato da tali idee al punto che le fece sue,
Poco dopo Dunant pubblicò a Ginevra “Un souvenir de Solferino”, in cui
Dunant esponeva, appunto, il principio della neutralità del
combattente ferito.
Il libro fu tradotto in molte lingue.
A di stanza di poco tempo fu istituita la “Croce Rossa” e il Dunant fu
riconosciuto ufficialmente, ma non del tutto meritatamente, il
fondatore.
Palasciano, intanto, nel 1865 ottenne la cattedra di Chimica
Chirurgica presso l'università di Napoli.
Fu, però, sospeso dall'insegnamento dal Rettore Imbriani a causa della
sua tenace protesta messa in atto contro il trasferimento di una
branca della facoltà presso il Convento di Gesù e Maria. Palasciano
non riteneva quel luogo fornito dei mezzi igienici necessari .
Il suo nome, comunque, era noto in tutto il mondo e numerosi erano i
congressi cui partecipava: Parigi, Bruxelles, Londra, Ginevra.
Nel 1886 cominciarono a manifestarsi i primi sintomi di una grave
demenza mentale che, intervallata da brevi momenti di lucidità, lo
accompagnò fino alla morte, avvenuta il 28 novembre 1891.
A Palasciano, dunque, va il grande merito di aver proclamato, per la
prima volta, con le sue sole forze e senz'alcun appoggio politico, il
principio della “neutralità del combattente ferito”. Pertanto, il suo
nome e la sua memoria stanno, idealmente, accanto a quelli delle più
grandi figure della Croce Rossa.